In cosa crediamo

Crediamo che saper ascoltare sia un’ottima cosa, sia per chi voglia governare il paese più importante del mondo sia per un giovane che voglia fare qualcosa di buono nel quartiere più sperduto del globo. Che saper domandare sia il modo giusto per affrontare i problemi, perché chiama tanti alla cooperazione nel cercar risposte.

Che il dialogo, il confronto, il tavolo attorno a cui star seduti a discutere vengano prima del conflitto, che non sempre è inevitabile. Pensiamo che il pluralismo sia un valore assoluto ma anche una cosa molto utile, così come l’idea, il pregiudizio quasi, che negli altri ci siano sempre delle ragioni da stare a sentire, da indagare.

Crediamo all’attualità dei grandi ideali di un tempo lontano, gli ideali del socialismo umanitario: democrazia e libertà, giustizia sociale, cooperazione e mutualità, municipalismo e federalismo, europeismo e cosmopolitismo.
Pensiamo che lo stato e la sua burocrazia siano un male necessario, ma pur sempre un male, da circoscrivere e limitare.

Crediamo che la tutela della pace e i principi della non violenza e non prepotenza nei rapporti umani e fra i popoli non si possano mai disgiungere da quelli della legittima difesa e del pronto soccorso verso chi, individui, gruppi umani o interi popoli, è perseguitato e in pericolo di vita. Inevitabile, quindi, anche la ripulsa di ogni imperialismo che, in nome casomai della democrazia, pratichi una politica di potenza nel disprezzo dei diritti umani.

Pensiamo valga la pena impegnarsi in una battaglia delle idee affinché la sinistra, anche riandando alla sua tradizione più antica, ritrovi la sua “ragione sociale” nella fiducia nelle persone, nella loro libertà e capacità di autonomia e nel loro bisogno vitale di associarsi, di cooperare.

Ci sembra importante provare a raccontare, a giovani ansiosi di cambiamento, come si possa essere radicali senza essere antagonisti, come si possa costruire un mondo migliore senza dover prima distruggere.